Quando si parla di motociclisti made in USA ci viene subito in mente il rude, sporco e cattivo biker in sella ad una Harley-Davidson.
Certo, l’immaginario collettivo è condizionato, attraverso una immagine distorta cresciuta nel tempo, da un modello poco attinente alla cultura motociclistica ma che ormai è radicato nelle nostre menti anche grazie ad avvenimenti e “protagonisti” talvolta poco edificanti.
Ma il concetto di fratellanza biker (o biker brotherhood) va molto più in là di certi preconcetti.
Ad esempio, negli USA, un paese sterminato con paesaggi meravigliosi e strade mitiche (una su tutte la Route 66), troviamo una miriade di gruppi, MC, e “famiglie allargate” che fanno della vita su due ruote un
“way of life”.
All’inizio della storia degli MC si possono trovare avvenimenti che hanno dato clamore pubblico. Gli Onepercenters entrano in maniera brutale nella storia dei bikers USA. Gli Onepercenters sono motociclisti (o bikers) che normalmente utilizzano Harley-Davidson e vivono una vita on-the-road, seguendo una filosofia basata sulla fratellanza, lo spirito di corpo che unisce i membri dello stesso club e l’orgoglio di indossare i colori (o Back Patch) di un club motociclistico (detto MC).
Le origini del nome “Onepercenters” derivano da un fatto realmente accaduto nella cittadina di Hollister, California (USA) nel week-end del 4 luglio 1947.
Durante quel fine settimana, la piccola città di provincia ospitava tradizionalmente un raduno di motociclisti. Non è chiaro per quale motivo, ma alcuni gruppi di bikers iniziarono ad ubriacarsi e a provocare disordini spaventando gli abitanti della cittadina. Tra i Motorcycle Clubs più agitati, vi erano i Booze Fighters MC e i Pissed Off Bastards MC. In breve, le risse e i disordini coinvolsero gran parte dei motociclisti intervenuti, ormai quasi tutti in preda all’alcool e all’eccitazione.
Solo l’intervento dei rinforzi di polizia da varie contee limitrofe riuscì a riportare ordine nel piccolo paese al tempo abitato da famiglie medio-borghesi e puritane, come nel tipico costume americano dell’epoca. La stampa diede ampio spazio all’avvenimento tanto da indurre l’A.M.A. (American Motorcyclist Association) a diffondere una dichiarazione ufficiale in proposito.
Nel testo, l’A.M.A. affermava che il 99% dei motociclisti erano brave persone che rispettavano la legge, mentre solo l’un percento di essi erano attaccabrighe e poco di buono. A quel punto molti membri di club, stufi del perbenismo e della noiosa e bacchettona gestione delle manifestazioni motociclistiche da parte dell’A.M.A., iniziarono a fregiarsi di un piccolo stemma che riportava un “1%” cucito (o tatuato) in un rombo, e a dichiararsi per l’appunto “Onepercenters” e cioè a riconoscersi proprio in quella percentuale di facinorosi da cui l’Associazione Motociclistica A.M.A. voleva prender le distanze.
Tale idea fu realmente messa in atto grazie all’iniziativa dello storico Presidente della sezione di Oakland degli Hells Angels Sonny Barger, il quale, nel 1959, convocò una delle prime “riunioni generali” di tutti i vari club fuorilegge dell’epoca, proprio al fine di costituire una gigantesca e compatta unione dei suddetti club “Onepercenters” in opposizione all’ A.M.A. Da qui – come si diceva – la nascita del nome “Onepercenters”.
È corretto, a questo punto, fare anche ulteriore chiarezza sul termine “Outlaw” che letteralmente significherebbe “fuorilegge”, ma che in questo contesto significa più precisamente “disallineato” rispetto alle regole dell’A.M.A. Per altro, da anni esiste un club MC chiamato per l’appunto “Outlaws MC”, e si tratta di uno dei quattro principali club MC “one percenters“, assieme agli Hells Angels MC, ai Bandidos MC ed ai Pagans MC (alcuni dicono ormai sostituiti dai Mongols MC).
Questi club MC si fregiano da sempre del simbolo dell’1% (“onepercenters”).
Non sono da meno, però, i famosi Hell’s Angels.
L’Hells Angels Motorcycle Club (letteralmente “club motociclistico angeli dell’inferno”) o HAMC è un’associazione motociclistica nata negli Stati Uniti e oggi diffusa in tutto il mondo, i cui membri, tradizionalmente, montano motociclette Harley-Davidson.
L’Hells Angels Motorcycle Club (letteralmente “club motociclistico angeli dell’inferno”) o HAMC è un’associazione motociclistica nata negli Stati Uniti e oggi diffusa in tutto il mondo, i cui membri, tradizionalmente, montano motociclette Harley-Davidson.
Nel 1965 gli Angeli sono oggetto di un dettagliato rapporto del procuratore generale della California che elenca un numero impressionante di reati commessi da affiliati al gruppo, considerato, a tutt’oggi, un’organizzazione criminale internazionale da gran parte delle polizie mondiali. Tutto nasce da un gruppo di reduci della II Guerra Mondiale che, per una ragione o per l’altra, non riuscivano ad accettare il ritorno alla società e vivere una vita “normale”. Al momento del rientro negli Stati Uniti formarono vari assembramenti di motociclisti che passavano la maggior parte del tempo viaggiando, bevendo, scatenando risse; vivendo costantemente ai limiti della legalità.
Vi erano molti club “fuorilegge“, tutti contraddistinti da nomi irriverenti e rabbiosi, come i Pissed Off Bastards Of Bloomington (POBOB), gli Outlaws MC (tuttora esistenti), i Market Street Commandos MC, i Gypsy Jokers MC (anch’essi tuttora esistenti), i Satan’s Slaves MC, e i Booze Fighters MC (anch’essi tuttora in attività).
Il 17 marzo 1948, a San Bernardino (California), i POBOB (Pissed-Off Bastards Of Bloomington) cambiarono nome in Hells Angels. Il nome deriva da un film del 1927 con Ben Lyon e Jean Harlow. Diretto e prodotto da Howard Hughes, la pellicola “Gli angeli dell’inferno” narrava la storia di un gruppo di aviatori della I Guerra Mondiale.
Durante la II Guerra Mondiale, tra l’altro, era divenuta pratica comune tra gli stormi dei bombardieri dell’esercito statunitense rinominare i propri aerei (“Memphis Belle” ecc.) e i propri equipaggi (Panda Bears, Flying Tigers, ecc.) con nomi di fantasia che sottolineassero, nella maggior parte dei casi, il carattere coraggioso e impavido dei militari.